Quando la relazione diventa cura

Quando la relazione diventa cura

UN LIBRO CORALE, UNA COMUNITÀ APERTA, UN METODO CHE METTE IN DIALOGO CUORE E MENTE.

Un libro, una comunità, un metodo

Con grande emozione annunciamo l’uscita del libro Quando la relazione diventa cura, un’opera corale che racconta l’anima della comunità terapeutica di Roletto: il suo metodo, la sua quotidianità, la sua visione. Questo libro non nasce per caso, ma è il frutto di anni di lavoro, di studio condiviso, di supervisione clinica, sviluppato insieme al nostro supervisore Nicolò Terminio. È un testo scritto a più mani e a più voci, che raccoglie il contributo vivo e sentito di operatori, ospiti, colleghi e amici che abitano quotidianamente questa esperienza di cura.

A presentare e raccontare il cuore del progetto, nel video che accompagna la pubblicazione, sono il dott. Alessandro Butti e Leopoldo Grosso. Il loro dialogo è più di un’intervista: è uno scambio profondo e autentico, un confronto umano che attraversa il senso della cura, della relazione, del vivere e costruire insieme una comunità.

I principi fondamentali del metodo

La relazione come via maestra

La comunità terapeutica è, prima di tutto, un luogo di incontro. Non è l’intervento tecnico a fare la differenza, ma la qualità dello stare insieme, della presenza reciproca. La relazione è il centro pulsante del nostro metodo: la relazione tra operatore e ospite, tra colleghi, tra il singolo e il gruppo.

La cura avviene nella quotidianità. Si cura cucinando insieme, lavorando fianco a fianco, parlando nei momenti informali, condividendo il silenzio e le fatiche. In comunità, ogni gesto è occasione di cura, ogni scambio può diventare trasformativo.

Lo psicoterapeuta c’è, ma non è mai l’unico attore. Come diceva De Leon, “la comunità è un luogo in cui si fa psicoterapia ma non c’è lo psicoterapeuta”. In realtà c’è, ma si fa da parte: sono tanti gli elementi che diventano terapeutici, ed è l’intera comunità a farsi cura.

Una cura che è danza

Il lavoro nella comunità è una danza continua. Una danza tra vicinanza e distanza, tra ascolto e intervento, tra essere presenti e lasciare spazio. Si entra in relazione con l’altro, ma si deve anche sapere quando uscire. Questa capacità di movimento relazionale richiede armonia, consapevolezza, professionalità.

Per stare in questa danza, ogni operatore deve formarsi costantemente: non solo a livello tecnico o accademico, ma soprattutto sul piano umano. Il lavoro in comunità chiede una presenza autentica, un ascolto profondo, una continua messa in gioco personale.

La formazione come processo permanente

La qualità della cura dipende in modo diretto dalla qualità del gruppo che la porta avanti. La comunità vive e cresce grazie a una squadra coesa, in continuo confronto, capace di riflettere su di sé. Le supervisioni cliniche e le riunioni di équipe non sono solo strumenti tecnici: sono spazi protetti e fondamentali in cui gli operatori possono fermarsi, ascoltarsi, elaborare le proprie emozioni e riconoscere i propri limiti.

Questo lavoro di gruppo permette di vedere l’altro da più prospettive, di avere uno sguardo meno coinvolto e più oggettivo, ma anche più empatico. Il gruppo sostiene, protegge, aiuta a crescere. Ed è proprio grazie a questa continua riflessione collettiva che la qualità della relazione con l’ospite può rimanere alta, autentica, generativa.

Un modello terapeutico relazionale che è come una danza

Una comunità aperta, viva, radicata nel territorio

La comunità terapeutica di Roletto non è mai stata un luogo chiuso, separato dal mondo. Al contrario, è sempre stata profondamente integrata nel territorio, nel tessuto sociale e culturale del pinerolese. La nostra porta è aperta, non solo per accogliere chi affronta un percorso di cura, ma anche per incontrare la cittadinanza, le scuole, l’università, le realtà associative, chiunque abbia voglia di conoscere da vicino questo modo di essere comunità.

Crediamo che la prevenzione non sia un discorso astratto, ma qualcosa che si costruisce attraverso relazioni vive, scambi autentici e momenti condivisi. Per questo organizziamo ogni anno eventi come la festa di primavera, giornate aperte, laboratori con le scuole, collaborazioni con gruppi scout e realtà del terzo settore. Questi momenti sono parte integrante del nostro lavoro, perché abitare un territorio significa parteciparvi, ascoltarlo, restituire qualcosa.

Con le scuole di Pinerolo, in particolare, è attiva una collaborazione che si rinnova di anno in anno: accogliamo le classi, raccontiamo il nostro metodo, ascoltiamo le domande, condividiamo riflessioni. Anche l’università è parte di questo dialogo, in particolare con la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, con cui da anni promuoviamo incontri di sensibilizzazione e confronto.

UN LIBRO CORALE, UNA COMUNITÀ APERTA, UN METODO CHE METTE IN DIALOGO CUORE E MENTE.

A chi è rivolto questo libro

Questo libro non è rivolto a un solo pubblico. È stato pensato per chi vive e lavora nelle comunità terapeutiche, per chi opera nei servizi, per assistenti sociali, educatori, psicologi, operatori socio-sanitari. Ma non solo.

È anche un libro per chi è curioso. Per chi si chiede cosa succede dentro una comunità. Per chi vuole capire come si può costruire una quotidianità che cura, come si può trasformare il dolore in crescita, la fatica in cambiamento.

È un libro per chi crede nella relazione come strumento di trasformazione. Per chi sa che curare significa stare, ascoltare, condividere. Per chi pensa che, anche nella complessità, ci sia sempre uno spazio possibile per l’incontro umano.

Quando la relazione diventa cura è per chi cerca un senso nel proprio lavoro, e per chi desidera avvicinarsi a un’esperienza comunitaria autentica, concreta, profonda.

 

Grazie

Un ringraziamento speciale a tutta la comunità di Cascina Nuova di Roletto: agli operatori, agli ospiti, a chi ogni giorno abita con coraggio e dedizione questa esperienza. Grazie all’Associazione Aliseo e al Gruppo Abele per il supporto, la fiducia, il cammino condiviso. E grazie, di cuore, a Leopoldo, che per tutti noi è una guida, un riferimento solido ma, soprattutto, un amico.